A tutto Raboso
Tanto è grande l’amore per il Raboso, da parte di Carolina Gatti, da avergli dedicato la tesi di laurea e perfino un blog, Rabosando, dove la grintosa enologa svela tutti i segreti di uno dei vitigni più antichi del trevigiano. Le vigne sono considerate un vero e proprio patrimonio dell’azienda, allevate seguendo l’antica tecnica conosciuta come Bellussera, che esclude qualsiasi processo meccanico, ricoperte di attenzioni per puntare alla qualità e non alla quantità. Le uve per questo grande rosso sono vendemmiate la prima settimana di novembre e messe a macerare, a contatto con le bucce, per una decina di giorni con frequenti rimontaggi. Segue poi una maturazione in vasche di cemento e un affinamento di almeno tre mesi in bottiglia per un vino autentico e verace, proprio come chi lo fa.
Rosso rubino molto intenso e vivo, mostra un naso particolarissimo che fonde il melograno con i frutti di bosco, le spezie scure con il rabarbaro, il tutto trafitto da una profonda vena balsamica che ricorda il mentolo e la menta piperita. Assaggio quasi nervoso, scattante, fresco e sapido, mostra tannini vivaci ma perfettamente amalgamati nel contesto. Concentrato e suadente, è incantevole nel lungo finale tra il selvatico e le spezie.
Il vino da tutto pasto, è ottimo con salumi saporiti, formaggi stagionati ma anche primi piatti con ragù. Delizioso con carne alla griglia.